Una coppia di ottantenni, Adua e Roberto, e una madre ultranovantenne con figlio disabile. Sono le ultime due famiglie, nel momento in cui scriviamo, ad essere state espulse dal centro cittadino, dove da decenni abitavano in Borgo Pinti pagando regolarmente l’affitto. Così vanno le cose a Firenze al tempo della gentrificazione selvaggia: il proprietario ha scelto di sacrificare la vita di due anziane famiglie per mettere a rendita i due appartamenti che, una volta ristrutturati, andranno su Booking o Airbnb, a disposizione dei ricchi che giungono qui da tutto il mondo.
Per curiosità siamo andati a vedere sulle due piattaforme se ci fossero affitti turistici nelle case confinanti e abbiamo trovato, a pochi metri di distanza, due Luxury Apartment che garantiscono una rendita rispettivamente di 350 e 425 euro a notte. Si tratta di 10.850 e 13.175 euro al mese, cifre che nessun lavoratore può garantire come pigione ai proprietari esosi che stanno uccidendo il tessuto vivo di questa città nell’indifferenza delle istituzioni. Le amministrazioni pubbliche, ad ogni livello, paiono buone solo a concionare promesse sui giornali (soprattutto a sei mesi dalle elezioni comunali ed europee) ma non ad agire con atti che impediscano questo scempio.
Laura Grandi, segretaria regionale toscana del Sunia, il sindacato degli inquilini che da sempre ha un punto di vista privilegiato sul fenomeno, è intervenuta confermando quanto scriviamo: “Gli sfratti sono da sempre una piaga della nostra città, ma da qualche tempo la situazione sta addirittura involvendo in maniera drammatica. Famiglie che pagano l’affitto regolarmente, vengono ‘invitate’ a lasciare casa a contratto scaduto. Continuiamo a lasciare le mani libere alla rendita e non comprendiamo che si stanno lasciando indietro i più deboli e fragili”. E noi che ci eravamo illusi che la politica servisse proprio a garantire un equilibro tra i vari attori che vivono, lavorano e abitano la città.
Il processo di gentrificazione che sta colpendo Firenze ha dei responsabili con dei nomi e dei cognomi, li possiamo vedere ancora assisi a Palazzo Vecchio. Scrive su ‘La Città invisibile’ l’urbanista di perUnaltracittà Ilaria Agostini: “Proviamo a contestualizzare. Quando nel 2014 il sindaco Renzi lascia le leve del governo cittadino al suo vice Nardella, Firenze è indirizzata verso un’economia turistica di carattere monoculturale. Il ruolo della città nel turismo culturale – in forte crescita a scala planetaria – le apre infatti scenari di forte attrattività nei confronti di attori economici internazionali. Le holding non tardano a irrompere con prepotenza sulla scena. La città, world top destination, è oggi stretta d’assedio da parte di forze mercantili espressione di quel ‘capitalismo oligarchico’ che concentra il potere di conformare lo spazio fisico e politico nelle mani di poche società private, mettendo in pericolo democrazia e pianificazione. In una città nella quale la storia è messa a reddito, il centro antico diviene così una miniera d’oro, pura astrazione di mattoni e rendita”.
A provare a mettere un po’ di sabbia in questo ingranaggio è stato il Comitato referendario Salviamo Firenze che ha raccolto 11.283 firme totalmente ignorate dal sindaco Nardella. Lo stesso sindaco durante il suo mandato ha girato le fiere internazionali del lusso immobiliare con la famosa brochure ‘Florence city of the opportunities – Invest in Florence’. Nel 2024 lascerà Firenze alla ricerca di un riposizionamento in Europa o alla guida del Pd.
Intanto a ‘riposizionarsi’ – fuori città – saranno soprattutto gli abitanti del centro storico sfrattati dagli effetti di questa deliberata attrazione di capitali speculativi. A farne le spese oggi sono Roberto e Adua, domani chissà. Per avere contezza del fenomeno basta osservare gli impietosi bollettini demografici che registrano i residenti nel Comune di Firenze. Si passa dal picco di 382.808 abitanti nel 2015 (ah! le coincidenze) al crollo dei successivi anni, fino ad arrivare ai 366.993 censiti nel settembre 2023.
Da Fuori Binario, Gennaio 2024