Le nostre utopie concrete

Prefazione al libro Un mondo ganzo è possibile di Fabio Bussonati, dito da Fuori Binario Libri

Fuori Binario da sempre assolve a una doppia funzione: se da una parte offre l’opportunità di un reddito di sussistenza a chi lo vende in strada, dall’altra ha l’ambizione di fare una buona informazione, offrendo strumenti di interpretazione della complessa realtà in cui siamo chiamati a vivere. Allo stesso tempo cerca di coltivare, suggerire e praticare alternative possibili all’attuale sistema economico, carico di ingiustizie e diseguaglianze.

In questo contesto, l’impegno di Fabio Bussonati, curatore e realizzatore della rubrica mensile “Un mondo ganzo è possibile”, è prezioso per i lettori e le lettrici e anche, in primo luogo, per noi redattori del giornale, che in anteprima ci misuriamo con le “utopie concrete” proposte un mese dopo l’altro. Fabio ha un linguaggio piano e lineare, molto comprensibile, e ispira la propria opera all’idea del filosofo marxista tedesco Ernst Bloch che definì per primo il concetto di “utopia concreta”: qualcosa che è perfettamente fattibile, ma che nessuno al momento fa. “Un mondo ganzo è possibile” ci indica i primi passi in una strada ad oggi ancora irta di ostacoli.

Il sistema in cui viviamo è fondato sulle energie fossili e su tutto ciò che questa scelta comporta in termini di gestione del potere, regimi più o meno democratici, tutela degli interessi di pochi a discapito delle comunità, disastri naturali, conflitti e guerre. Noi di Fuori Binario vogliamo cambiarlo e per tenere fede a questo intento crediamo sia giusto far sapere a tutti che per produrre energia esistono e funzionano le “fattorie marine” o quelle del “vento”, e che i “raccoglitori di sole” sono utili a fianco delle “case in paglia o canapa”. O che quando accendiamo il fuoco sotto ai fornelli possiamo utilizzare quel calore per scaldare la casa.

Nella sua rubrica Fabio parla spesso anche di mobilità, togliendo dalle grinfie dei greenwasher il termine “sostenibile” e restituendo nuova dignità a questa parola. Ecco che arrivano le città armoniche, dove non ci sono più gli incroci o le rotonde ma solo grandi anelli contigui dove circolare rapidamente a senso unico, semplicemente spostandosi da un anello all’altro. Altrettanto interessanti sono le pagine dedicate alla ristrutturazione degli spazi delle strade, oggi troppo autocentriche.

Tutto è possibile, a patto che ci sia la volontà, personale e politica, di cambiare le cose. Fabio ne è convinto e noi con lui. Per capire meglio come fare il primo passo, affidatevi a queste pagine e poi non perdete l’occasione di frequentare i suoi laboratori di autocostruzione. Ne vale la pena, come vale la pena leggere ogni mese il nostro giornale con i pezzi di Fabio e di tutta la comunità di Fuori Binario.