Lo stato delle cose #3

Il quartiere è da liberare, da liberare da quelle presenze negative che ormai segnano in modo quasi metodico il destino della zona.

In pochi mesi è stata lanciata una bomba molotov su un laboratorio di cinesi, sono stati bruciati un carrozzone dove viveva una persona e un negozio di alimentari; nel frattempo don Alessandro Santoro e alcuni dei suoi collaboratori sono stati minacciati perché tentano di dare un aspetto più legale e giusto al quartiere, alcuni extracomunitari hanno denunciato lo sfruttamento che subiscono, altri sono stati sgombrati da una baraccopoli.

La tensione è alta, qualcuno vuole arruolare i city angels, ronde con il compito di vigilare su negozi e abitazioni, qualcun altro, più moderato, si accontenterebbe di un commissariato.

Ma non è con la repressione che si risolvono questi problemi. Certo, i reati vanno perseguiti ed anche puniti, ed è auspicabile un impegno più incisivo delle forze dell’ordine e della magistratura. La sfida è un’altra. Più alta. Gli abitanti di Brozzi e Le Piagge possono riassorbire queste frange di delinquenza solo riappropriandosi del territorio. Escano dalle case, partecipino attivamente alla vita del quartiere, frequentino i giardini pubblici e le piazze, sostengano le iniziative che l’associazionismo e le istituzioni locali hanno gia attivato, diventino propositivi.

Questo quartiere è ancora giovane, privo di un’identità propria. Va preso per mano, accompagnato in un cammino di crescita che non può lasciare indifferente nessuno, Bisogna raggiungere, tutti insieme, una nuova consapevolezza civile, che ci porti giorno dopo giorno a creare opportunità positive soprattutto per i bambini e i giovani.

Aiutiamoci a crescere. Tutti ne gioveranno, anche dal punto di vista della sicurezza.

Cristiano Lucchi


Pubblicato sul Numero 6 de l’Altracittà giornale della periferia, estate 1996