Ripensare una città più solidale

La fiaccolata di solidarietà “Per una città possibile” del 22 marzo assume un chiaro e forte significato. Gli abitanti delle Piagge il quartiere che agli occhi della città passa come il più degradato, anche per “la qualità” delle persone che lo abitano – si fanno carico di un nuovo modo di fare politica.

Diventano propositivi, non accettano pіù di subire scelte che piovono dall’alto e che producono solo rabbia e rigetto per il mondo politico. Adesso pensano e propongono progetti per costruire una città possibile, che sia figlia di un corretto e trasparente confronto fra tutte le parti che la costituiscono, e non della lobby di turno che si erge, secondo i propri interessi, a controparte dei governanti.

Non sono solo parole, ci sono anche i fatti. Da tempo alcuni cittadini delle Piagge si sono fatti carico di promuovere una piccola scuola per un gruppo di bambini zingari supplendo così alle istituzioni che latitano; è da poco iniziato un corso di formazione per giardinieri e vivaisti dedicato ai ragazzi del quartiere affinché, una volta terminato, possano lavorare alla manutenzione dei giardini pubblici; un gruppo di genitori ha pensato ad un luogo educativo dove crescere insieme ai propri figli, per non doverli più spedire, all’altro capo della città in costosi e asettici centri diurni; altre persone propongono di sanare alcune parti insalubri del territorio, visto che purtroppo ne esistono ancora, dotando il quartiere di orti sociali per gli anziani; un coordinamento di varie associazioni della zona ha lavorato molto su come spendere i 20 miliardi dei fondi CIPE in modo utile per popolazione e non strumentale ai soliti interessi.

Questi ed altri progetti rappresentano la sfida politica che Le Piagge lanciano alla città. Avranno la forza il Sindaco, la Giunta e il Consiglio comunale, la Circoscrizione, di credere in questi progetti che partono dal basso, dall’esperienza giornaliera di coloro che, come viene detto nell’appello, vivono la strada? Sapranno resistere alle pressioni di coloro che vogliono mantenere le cose come sono state fino ad oggi? Per raccogliere questa sfida sapranno stornare preziosi capitoli di bilancio dalle consuete e sterili operazioni di immagine?

Tutto questo mentre il dibattito nel resto della città verte su temi di esclusiva pertinenza di alcuni gruppi di potere, dai commercianti che combattono le zone blu, ai civili cittadini della Coverciano bene che scendono in piazza per uccidere l’idea di offrire a qualche decina di Rom un luogo dove vivere dignitosamente.

Le Piagge credono fortemente a questo modo di operare e si impegnano a non lasciare sole le istituzioni, per ripensare una città più solidale.

Cristiano Lucchi


Pubblicato sul Numero 4, Anno II, de l’Altracittà giornale della periferia, aprile 1997