La campagna Salviamo Firenze X Viverci nasce per rendere visibile, finalmente visibile, la più tremenda trasformazione che Firenze sta vivendo da tempo immemore. Non è azzardato affermare che né le bombe alleate né l’alluvione del ‘66 possono essere paragonate alla devastazione sociale ed umana che sta subendo oggi la nostra città. Se nel Novecento bastò rimboccarsi le maniche per uscire dai danni provocati dalla guerra e dal diluvio, oggi pare non esistere una soluzione concreta per ripristinare quella civitas in cui chi vi abita o lavora possa trovare condizioni armoniche per vivere bene.
Non daremo tregua
La turistificazione capitalista imposta da piattaforme come Airbnb e Booking e avallata da governi e amministrazioni ispirate dal dogma del libero mercato, consente di estrarre profitti e rendite per pochissime persone a discapito della maggioranza dei residenti a cui vengono tolti luoghi in cui abitare, spazi pubblici, servizi, negozi di prossimità, lavoro dignitoso, risorse per vivere. “Firenze è una città delicata, piccola – dice il portavoce della campagna Massimo Torelli. Così muore. Ci siamo mobilitati per poterci vivere anche nel futuro. Non siamo contro i turisti, nello scenario internazionale ognuno di noi è anche un turista. Cerchiamo però una convivenza capace di superare la speculazione e l’uso inconsulto della città. Come è possibile che il Comune permetta quello che sta avvenendo oggi? Ci vuole volontà politica e capacità di andare oltre la demagogia. Non farlo o adottare misure ormai vane vuol dire appoggiare questa deriva. Non daremo tregua”.
Chi ha amato il centro storico di Firenze oggi, quando è costretto a passarci, lo attraversa più frettolosamente possibile. I luoghi della cultura, banalizzati dai social hype, diventano impraticabili e fonte di stress continuo. Ci siamo abituati a vedere interi edifici sventrati e in cui appartamenti dignitosi vengono frantumati in camere da pochi metri quadri apparecchiate per i turisti. I costi delle abitazioni sono alle stelle e sempre più persone non possono permettersi né l’affitto né l’acquisto di una casa. I prezzi, a partire dagli alimentari, aumentano. I lavoratori sono troppo spesso sfruttati e pagati a nero, basta chiederlo a camerieri, lavapiatti, baristi, addetti alla pulizia delle stanze o impiegati nelle lavanderie, fattorini. La cronaca nera ci racconta di come le mafie, invisibili ma presenti, ripuliscano anche nel turismo i loro denari.
Aumenta inoltre l’inquinamento e il degrado ambientale, e a pagare in termini economici e di salute non è chi visita la città per un fine settimana. Per attrarre ancora più turisti le amministrazioni si intestardiscono nel pianificare grandi opere, radendo al suolo habitat naturali e colpendo così la biodiversità del nostro territorio. Esemplare in tal senso è il desiderio spasmodico di ampliare l’aeroporto di Peretola distruggendo il Parco della Piana e aumentando il rischio di incidenti aerei in un’area immensa che va da Prato a Firenze Sud (controllate le rotte previste con la nuova pista).
Giudicati dalle generazioni future
Salviamo Firenze è finita sulla stampa di tutto il mondo gettando una luce sinistra sulle key box, le scatolette portachiavi degli Airbnb, e poi proiettando i suoi slogan sulle pareti dei cantieri del lusso, definiti da Padre Bernardo, abate di San Miniato, “orrori inqualificabili per cui saremo impietosamente giudicati dalle generazioni future”. Una grande X si è così stagliata sullo studentato di viale Belfiore (550 camere), poi sull’ex Teatro Comunale (150 luxury apartments) e sul nuovo albergo/studentato di via Pietrapiana (altri 200 vani per ricchi). “Abbiamo deciso di illuminare, di fare letteralmente luce, sui cantieri della speculazione dei grandi fondi di investimento che, con il consenso delle amministrazioni, stanno comprando pezzo per pezzo la nostra città per trasformarla in un grande hotel per i ricchi del mondo”, denunciano le attiviste e gli attivisti di Salviamo Firenze. “La X è contemporaneamente un segnale di allarme, un cerotto sulle ferite inferte dalla speculazione e, in positivo, il cuore della nostra azione, un ‘per’ che possa nutrire la speranza di resistere e ribaltare questo fenomeno”.
Al momento il turismo di massa, non governato, ha trasformato Firenze in un’esperienza di consumo, rendendola invivibile e compromettendo la sua identità storica e culturale. La perdita di qualità di vita è eclatante e certificata anche dall’annuale classifica del Sole24Ore che vede la città passare in un solo anno dal 6° al 36° posto, proprio a causa, tra gli altri, del tema del diritto all’abitare.
Sta però consolidandosi un’opposizione seria, concreta, ricca di argomenti e capace di lottare e di proporre: dalla regolamentazione dei flussi turistici alla promozione del turismo sostenibile, dalla protezione del patrimonio culturale ad una concreta partecipazione dei residenti nell’elaborazione di politiche urbane innovative e seriamente sostenibili.
I testi sull’overtourism
Un luogo imprescindibile per capire le dinamiche che intrecciano l’overtourism alla speculazione edilizia è la rivista fiorentina La Città invisibile. Tanti articoli negli e ben tre libri ricchi di analisi, documenti e proposte dedicati al fenomeno, scaricabili gratuitamente dal sito perunaltracitta.org. Il primo titolo che consigliamo è Firenze fabbrica del turismo in cui Ilaria Agostini, Antonio Fiorentino e Daniele Vannetiello affrontano il tema del city grabbing, ovvero quel processo di accaparramento di risorse urbane da parte del capitale, con la conseguente impossibilità di godere universalmente del diritto alla città. In A chi fa gola Firenze Antonio Fiorentino indaga e rende trasparente quel mondo costituito da società multinazionali, holding finanziarie e immobiliari, fondi pensione, banche e assicurazioni, società di intermediazione, nelle cui mani sono state consegnate le chiavi della città. L’ultimo della serie è Turismo di classe. Studentati di lusso e selezione sociale a Firenze, in cui Ilaria Agostini e Francesca Conti, oltre a fare il punto della situazione, offrono alternative desiderabili ad un fenomeno che prevede vendite al ribasso degli edifici pubblici, mercificazione del patrimonio culturale, laissez-faire nei confronti dei grandi player globali e, da non trascurare, quella retorica del degrado e decoro che mette il securitarismo al primo posto nella battaglia contro chi resta ai margini e sporca l’immagine della città da vendere nel mondo.
Il ruolo delle istituzioni
I danni con cui la turistificazione capitalista ferisce le città sono ormai entrati a buon diritto nel dibattito pubblico. Sindaci, parlamentari e ministri, battono l’acqua nel mortaio con ordinanze, delibere, leggi che al momento non sono risolutive e che spesso si arenano al primo ricorso. Se guardiamo ai fatti reali, invece, ci accorgiamo il gran daffare per attrarre altri investitori esteri del lusso. Ricordiamo l’azione dell’allora sindaco Dario Nardella animatore e protagonista dell’operazione Florence city of the opportunities, in cui, da novello commesso viaggiatore, piazzava parte del patrimonio fiorentino nelle fiere internazionali del mercato immobiliare.