Un giornale di parte

Si fa un gran chiacchierare di periferia, parola alla moda tante volte usata e abusata. La trovi a più colonne sulle cronache cittadine, la senti sulla bocca dei mestieranti della politica nei loro intenti programmatici ma avverti che c’è qualcosa che non va, cresce in te la rabbia e nello stesso tempo un segno di avvilimento di fronte a questo spettacolo indecente dove si costruiscono teoremi astratti e si scrivono copioni già visti, dove tutti però rimangono a guardare.

Siamo stanchi di questo teatrino quotidiano che è solo strumentalizzazione, siamo stanchi di promesse che hanno solo il sapore amaro dell’inganno e così dopo aver messo da parte le nostre paure e le nostre titubanze, abbiamo deciso di uscire allo scoperto cercando di dare voce a chi finora, come noi, è stato costretto a subire e ad assistere quasi impotente.

Per questo l’Altracittà sarà un giornale di parte, fuori dagli schemi ordinari dell’informazione spesso obbligata al qualunquismo e al sensazionalismo per poter sopravvivere (triste asservimento alle logiche del mercato), l’Altracittà non soffrirà l’ambigua legge della neutralità da cui vogliamo prendere le distanze.

Non si può più stare sul filo e vivere di equilibrismi, c’è bisogno di fare delle scelte e noi saremo dalla parte di chi sente il peso di questa indifferenza e di questa neutralità che appiattisce il pensiero, vive solo di compromesso e addormenta la gente. Quella stessa gente che finisce per rassegnarsi di fronte ad un sistema che la schiaccia ma che è costretta ad accettare non vedendo alternative. Sarà un giornale dalla parte di chi ancora non si è lasciato vincere dal senso di impotenza e sente il bisogno di riappropriarsi della propria dignità di uomo e cittadino.

Racconteremo “l’altracittà”, la città “altra” da quella che ci hanno fatto credere e vedere, racconteremo quello che siamo e quello che stiamo facendo per riscattarci da questo “marchio” infame di degradati ed emarginati, non avremo paura a denunciare ciò che non va e ciò che non è stato fatto, proponendo sempre un’alternativa dove i protagonisti e gli attori principali diventano finalmente i cittadini.

Vorremo cercare di rompere l’isolamento, quello in cui ci hanno messo e quello in cui rischiamo di cadere nelle nostre scelte quotidiane, vorremmo rompere questa logica perversa che rischia di legittimare l’ordine esistente, senza cercare soluzioni alternative di partecipazione e di coinvolgimento.

Diventeremo pungolo e stimolo per chi ci amministra e gli ricorderemo che la politica dell’assistenzialismo è finita, che chi vive la periferia ha delle idee e delle proposte e non sarà più disposta ad accettare una politica che non parte dal basso e dal vissuto delle persone.

L’Altracittà è scritto da persone “dilettanti del giornalismo” che via via affineranno il loro linguaggio e il loro stile, ma che sono già pieni di grinta e di idee. L’Altracittà è una redazione aperta che ti invita a partecipare: accetta e sostieni anche tu la sfida di riscatto e di liberazione da questo appiattimento culturale che rischia di frammentarci e isolarci sempre più.

Partecipa a questo bisogno di comunicare, di sentirsi parte viva della società e fa che ci vengano riconosciuti quei diritti di cittadinanza senza i quali non può esistere legame solidale, né identità, né appartenenza.


Pubblicato sul Numero 1 de l’Altracittà giornale della periferia, marzo 1996